Una bellissima cima alpinistica di media difficoltà nel gruppo dell’adamello.
Programma:
Sabato 2 agosto
Dal Pian della Sega si prende la vecchia mulattiera nel bosco, a tratti interrotta da una strada forestale, e la si segue fino alla malga Coel di Pelugo 1440 m. (ore 0.30) da dove parte la teleferica per il rifugio. Si prende il sentiero n. 213 ben tracciato e si entra in un circo maestoso dominato da selvagge pareti e ripidissimi costoni; continuando con ripide e continue serpentine si arriva a un piccolo ponte dove il sentiero si biforca. Si prende a sinistra seguendo le frequenti segnalazioni e si sale fino al ripiano di malga Zucal 1507 m. Senza toccare la malga si continua per superare l’incombente gradino roccioso fino al fianco superiore dal quale inizia il lunghissimo crestone orientale del Carè Alto. Qui il sentiero corre un tratto pianeggiante verso sud, aggira il piede del crestone sul lato della verde Val di Conca e riprende a salire fino a raggiungere il rifugio (2459 m). Una volta arrivati al rifugio si potrà vedere una bella chiesetta dalla forma fuori luogo (costruita dai prigionieri di guerra russi durante la Guerra Bianca).
Durata 1° giorno: 3:30 h
Dislivello 1° giorno: 1200 m
Difficoltà: E
Domenica 3 agosto
Si inizia a scendere dalla cresta dietro al rifugio tramite un’erta scalinata di pietra verso il fondo di un bellissimo vallone detritico chiuso a sinistra dalla cresta che dal rifugio porta direttamente al Carè Alto. Una volta terminata la discesa, si percorre un bel sentiero pianeggiante (n.215), comodo e sassoso, che ci porterà a superare un torrente grazie ad un ponte fatto da due corde d’acciaio. Da qui, tra grosse pietre e ruscelletti inizia la vera salita a zig zag per raggiungere la Sella di Niscli che domina l’intera valle e si apre sulla parte alta della montagna. Il percorso è sdrucciolevole e ripido, ma una volta raggiunta la Sella, la vista dei laghi glaciali disseminati tra le placche di roccia ci ripagherà della fatica. Si prosegue risalendo la Vedretta di Lares rimanendo sulla sinistra e seguendo i vari ometti sparsi sulle lisce pietre. In breve si arriva a mettere piede sul ghiacciaio. Calzati ramponi e imbrago, muniti di corda e picozza, si inizia a camminare sull’enorme distesa di ghiaccio spostandosi in direzione dell’evidente pala finale evitando punti ripidi e crepacciati. Giunti sotto la parte finale, ci si ritrova in una zona costernata di pietre e massi caduti dall’alto, proprio qui vi è la via di salita per superare l’ultimo ripido tratto (45°) ghiacciato e giungere all’ampia fascia rocciosa che ci separa dalla cresta finale. Risalire, facendo attenzione all’esposizione e ai massi mobili, una specie di diedro molto inclinato e poi una serie di canaletti e cengettine fino alla cresta. Da qui, le difficoltà diminuiscono. Si deve seguire la cresta con alcuni tratti di I°/II° grado e giungere così in vetta.
Discesa La discesa si effettua per la via di salita. Per raggiungere la vedretta di Lares si può effettuare una calata che affianca la rampa di salita, utilizzando uno o due ancoraggi fissi a seconda dell’innevamento e della lunghezza della corda.
Durata 2° giorno: 9 h (4 h la salita – 5 h la discesa)
Dislivello 2° giorno: 1.000 m (salita) – 2.200 m (discesa)
Difficoltà: PD+
vetta!
PD+, è richiesta una media esperienza alpinistica
130 € a persona
Accompagnamento e assistenza da parte di una Guida della Scuola.
Uso delle attrezzature comuni
Pernottamento al rifugio
Spese di viaggio
Spese della guida da dividere sui partecipanti
CAI Cani Sciolti di Cavriago
4
Scarponi idonei alla neve (meglio semirigidi), ramponi classici in acciaio con sistema di aggancio adatto ai propri scarponi, piccozza classica, imbragatura da arrampicata, occhiali da sole, crema solare alta protezione, lampada frontale.
Parte del materiale può essere noleggiato oppure messo a disposizione dalle guide.
Abbigliamento adeguato tra cui:
guscio antivento, 2 paia di guanti (uno leggero e uno più pesante), cappello per il sole e cappello per il freddo, ghette.
20 Luglio